SportMore incontra Gaia Brunelli

Ci racconti come nasce la tua passione per lo sport e, in particolare, per il calcio?

La mia passione nasce fin da bambina. Avevo sempre una palla tra le mani o tra i piedi. Giocavo contro un muro in casa, a calcio più spesso. Poi mettevo mia madre in porta e tiravo i rigori, arrabbiandomi se non me li parava. Pensavo facesse apposta a farmi vincere… invece ero proprio bravina! Dopodiché ho iniziato a farmi le telecronache da sola mettendo degli ostacoli nel corridoio. Alla fine di queste mie partite immaginarie, vincevo sempre io!!!

Qual è il tuo punto di vista sullo sport in rosa oggi, in Italia?

Sono convinta che lo sport delle donne stia crescendo molto in Italia. Il tennis è già ad alti livelli, ora anche il calcio femminile grazie allo splendido Mondiale, sta avendo la sua ribalta. Mi auguro davvero che si prosegua in questa direzione: è la strada giusta!

Tre aspetti sui quali è fondamentale lavorare oggi per lo sport femminile.

Credo sia importante lavorare sulle tutele da quelle pensionistiche a quelle di maternità. È giusto che le donne atlete abbiamo un loro contratto con una formula ad hoc. Sarebbe opportuno poi, in maniera graduale, riuscire ad arrivare al professionismo. Questo aiuterebbe a far sì che anche le donne possano fare il mestiere che amano e chiaramente anche ad avere maggiore visibilità.

Hai commentato il Mondiale di calcio femminile 2019 tenutosi in Francia, cosa ti è rimasto di questo grande evento? 

È stata senza dubbio l’esperienza lavorativa più gratificante che io abbia vissuto finora. Poter commentare la finale nello splendido stadio nuovo di Lione davanti a 60 mila persone con giornalisti proveniente da tutto il mondo, è stato pazzesco a livello emotivo. Poi devo dire che poter fare la telecronaca delle ragazze degli Stati Uniti è stato ancora più bello. Nel loro paese sono degli idoli e si vede, ma trasmettono anche valori importanti. Dopo la partita ho avuto l’onore di intervistare Megan Rapinoe che ha speso parole meravigliose verso l’Italia e ha portato avanti il suo pensiero contro Trump e la Casa Bianca. Ecco, quella finale non è stata solo calcio. È stato qualcosa di veramente speciale.

Se tu oggi non fossi una giornalista sportiva, di cosa ti occuperesti?

Difficile da dire, ma prima di diventare giornalista sportiva, ho lavorato tanti anni come doppiatrice. Amo il cinema e quindi forse ora sarei una doppiatrice di film e serie tv. È un lavoro che ancora mi affascina.

Cosa diresti a una bambina che vuole iniziare a giocare a calcio? 

Le direi di inseguire i suoi sogni, qualsiasi essi siano. La vita è una e bisogna viverla per essere il più felici possibile. Oggi poi il calcio femminile sta vivendo un exploit importante, quindi iniziare ora potrebbe essere davvero il momento giusto.

SportMore 2020 quest’anno presenta, tra gli altri, un match amichevole di calcio femminile con l’obiettivo di coinvolgere alcune scuole del territorio. Cosa pensi dell’importanza del rapporto scuola e sport oggi?

È un legame fondamentale. In questo senso c’è più bisogno di coinvolgere le scuole e permettere ai bambini di praticare lo sport all’interno della struttura scolastica. Solo così possiamo fare in modo che tutti abbiano la possibilità di mostrare il proprio talento. La scuola dev’essere il tramite per lo sport. È il futuro.

Grazie Gaia, ti aspettiamo prossimamente nostra ospite per continuare a parlare di Sport al femminile… e non solo!

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