Ha 59 anni, una vita dedicata allo sport, sudore fatica ,tanti sacrifici ed una carriera da mezzofondista caratterizzata da duelli epici contro i re del mezzofondo mondiale etiopi e kenioti ,culminata con la doppietta europea di Spalato 1990 dove ha trionfato nei 5000 e nei 10000 metri .
Parliamo di Salvatore Antibo, l'”africano bianco ” ,argento olimpico a Seul 1988 nei 10000 metri ,che da 30 anni lotta ,con la sua proverbiale forza, contro l’epilessia . Una media di 60 attacchi al mese , la necessita’ di avere una persona al proprio fianco sempre perche’ in caso di caduta improvvisa i rischi si farsi male sono elevati e quei 3 minuti (tanto dura in media un attacco ) durante i quali “sono morto, quando mi riprendo e’ come se non ricordassi piu’ nulla dei minuti precedenti “racconta Salvatore .
Da oltre un anno attende un’operazione con la quale ,attraverso l’inserimento di un elettrostimolatore vagale nella scapola sottocutaneo dove passa il nervo vago, gli e’ stata prospettata una riduzione del numero di crisi epilettiche . Il COVID-19 purtroppo ha rallentato ,quando non del tutto azzerato, tutto il resto del sistema sanitario e Salvatore , in tutto questo ,deve anche far fronte al suo stato di asmatico che significa ,in caso di contagio di COVID, una bassissima possibilita’ di sopravvivenza .
TOTO’,come vuole essere chiamato, non vuole aiuti, chiede semplicemente di essere trattato come un cittadino bisognoso di cure ,sottolineando il fatto che per l’Italia e il mondo atletica lui e’ scomparso .
Siamo nel pieno dell’ Olimpiade di Tokyo 2020 , lui, Salvatore, ha partecipato a tre edizioni (1984,1988,1992) non ha vinto l’oro olimpico ma nell’ultima, nel 1992, ha corso imbottito di farmaci epilettici per far fronte a quella malattia che iniziava gia’ a minare il suo corpo ,finendo al quarto posto .
Oggi Salvatore parla per tutti gli italiani che soffrono, che necessitano di cure, urgenti e non piu’ differibili ,indispensabili per sopravvivere.
Il guerriero di Altofonte (Palermo) , ha sempre lottato come un gladiatore , in pista come nella vita e siamo certi che continuera’ a farlo .Di contro resta la profonda tristezza per le sue parole ,pesanti come macigni, che evidenziano,ancora una volta,le tante,troppe,persone abbandonate e lasciate sole a combattere la battaglia piu’ importante .