FARE DI OGNI TALENTO UN GIOCATORE MODELLO.

In Italia e’ davvero poco nota, forse sarebbe piu corretto parlare di unicita’. Alzi la mano chi di voi conosce la figura del “precettore sportivo“; se siete in pochi, o perlomeno avete la curiosita’ di conoscerla un po’ meglio, siete nel posto giusto .

Segue i calciatori, in campo e non , lavora a stretto contatto con la comunicazione del club , assiste ai match per controllare i genitori,che incontra mensilmente, ed il loro comportamento sugli spalti. Il concetto di base e’ che “i ragazzi non sono mai deludenti ma sempre sorprendenti”,queste le parole di Paolo Marchesini,ad oggi ,l’unico precettore sportivo italiano,che lavora con 120 giovani ,in eta’ compresa tra14 e 18 anni, del settore giovanile del Monza, creatore di un progetto mirato a far nascere un “umanesimo sportivo “; perche’ educando le persone si migliorano i giocatori . Volendo essere ancora piu’ precisi, Marchesini , che e’ un ex calciatore di Olbia, Centese e Matera, da 17 anni ha sviluppato l’Ermeneutica dell’espressione sportiva, un’attivita’ interdisciplinare,riconosciuta a livello scolastico come un approccio piuttosto ambizioso,che ha come principale obiettivo quello di far diventare un talento potenziale un giocatore modello . Un progetto questo ,denominato Edes, nato dalla presa di cocienza di Marchesini dello squilibrio,evidente e grave,tra il miglioramento sportivo ( calcistico nella fattispecie) e la totale mancanza di attenzione all’educazione umana.

Il termine precettore, un filo datato, non deve pero’ trarre in inganno perche’ in questo caso si tratta di una figura che vive a contatto con i ragazzi in tutte le loro attivita’, si allena con loro , crea insieme a loro piccole sedute microeducative con il solo obiettivo di instaurare un rapporto di piena fiducia ,condizione necessaria per affrontare, in particolare, situazioni delicate come il recupero da un infortunio ad esempio.

I risultati di tutto questo si traducono in un importante abbattimento di provvedimenti disciplinari in partita, una sinergia migliore per l’allenatore e lo spaff tecnico e un potenziamento fiduciario con le famiglie dei ragazzi attraverso ,anche gli incontri sopra menzionati .

Giova sapere che il modello e’ applicabile anche fuori dal calcio ,attraverso sviluppi ed estensioni per scuole ,universita’ ,centri di aggregazione come le parrocchie ed anche sport diversi .

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